testimonianze progetto violenzaAbbiamo preso parte al progetto “Gravidanza e nascita senza violenza” da Marzo 2019 fino a Luglio 2020.

Fin dal primo incontro ci siamo approcciate con entusiasmo all’argomento e agli obiettivi che il progetto si poneva poiché nel nostro ospedale c’eravamo già confrontate diverse volte con donne vittime di violenza. In particolare, la novità che apportava il progetto e che quindi ci ha colpito positivamente è stata la possibilità di relazionarsi con donne potenzialmente vittime di violenza nel periodo perinatale.

Dopo una prima fase di formazione, in cui abbiamo appreso le modalità con cui effettuare gli screening per individuare casi di violenza, ci siamo trovate a dover mettere in pratica il progetto all’interno della struttura ospedaliera in cui lavoriamo. In questa fase organizzativa del progetto, è stato fondamentale il lavoro di gruppo e la collaborazione tra le diverse figure professionali che si sono confrontante ed hanno apportato il loro contributo anche in base alle diverse esperienza lavorative. Abbiamo dovuto individuare i vari setting in cui poter effettuare gli screening secondo i requisiti indicati, organizzare i turni di lavoro delle varie figure coinvolte e creare un percorso di presa in carico della paziente risultata positiva allo screening.

I primi screening effettuati, in particolare quelli che risultavano positivi, hanno avuto un impatto inaspettato a livello emotivo soprattutto perché si aveva la sensazione di entrare in una sfera molto intima della donna e di andare a rompere determinati “equilibri”. La sensazione iniziale è stata quella di non essere in grado di rivestire questo “ruolo” perciò sono stati molto importanti gli incontri periodici organizzati dal “Melograno” che ci hanno permesso di confrontarci con gli altri colleghi che prendevano parte al progetto in altre strutture ospedaliere, ma soprattutto con le operatrici dei centri antiviolenza. La condivisione delle sensazioni e delle diverse esperienze sul campo relative all’esecuzione degli screening, ci ha permesso di acquisire competenze e consapevolezze.

Quando abbiamo compreso fino in fondo l’importanza e l’efficacia dello screening ma soprattutto quando le donne con cui ci siamo relazionate, hanno cominciato ad aprirsi al colloquio con più facilità del previsto, l’entusiasmo di aiutarle ha preso il posto della paura di non essere all’altezza.

Anche la remota possibilità di essere state in qualche modo di aiuto ad una donna che ha vissuto o sta vivendo un momento di grande gioia ma anche di grande sofferenza ci ha spinte a continuare nonostante l’impegno ed il peso emotivo che un’esperienza del genere può comportare.

È stato un lungo progetto che ha richiesto costanza ed impegno ma che ci ha permesso di acquisire consapevolezza su una tematica di cui si parla tanto ma per cui si fa ancora troppo poco. Siamo cresciute sia come persone che come ostetriche che si impegneranno a mettere in pratica ogni giorno nel proprio lavoro e nella propria vita le competenze acquisite in questo anno sempre in favore delle donne e dei loro figli.

Usciamo da questo progetto con la consapevolezza che anche se la gravidanza e il parto dovrebbero essere degli eventi belli e unici nella vita di una donna la realtà non è sempre questa. Questa esperienza ci ha donato un enorme valore aggiunto al nostro essere ostetriche che lavorano quotidianamente con le donne e per le donne.

 

C. Marro

V. Carparelli

C. Griguoli