In fase iniziale si è lavorato per costituire un Tavolo di lavoro multidisciplinare, formato da operatori delle strutture partner del progetto:
- 1 ginecologa e 4 ostetriche dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata;
- 3 ostetriche, 2 ginecologhe e 1 psicologa del Policlinico Casilino;
- 5 ostetriche dei consultori dell’ASL RM2;
- 1 ostetrica e 3 psicologhe dell’associazione Il Melograno.
Al Tavolo hanno partecipato, inoltre, la responsabile del progetto, le due coordinatrici interne delle attività del progetto e le referenti dell’I.S.S., con funzioni diversificate di gestione.
Il primo lavoro del Tavolo è stato dedicato a mettere a punto gli strumenti, diversificati a seconda dei vari contesti, da utilizzare per la fase di sperimentazione.
In particolare, alla luce di un’importante indicazione di letteratura secondo la quale il periodo perinatale è una delle condizioni in cui è preferibile ed efficace effettuare ‘screening universali’ rispetto a ‘indagini mirate su casi singoli’,[1] [2] si è scelto di avviare un primo studio conoscitivo sull’applicabilità di uno screening per la rilevazione della violenza perinatale.
Per la costruzione dello strumento di screening e delle procedure per applicarlo è stato preso come riferimento il programma dell’Azienda AUSL di Modena di contrasto alla violenza domestica in gravidanza realizzato nei consultori dal 2012, approfondendo sia la documentazione scientifica che ha motivato l’esperienza sia le modalità concrete con cui è stata realizzata, i punti di forza e soprattutto le criticità rilevate nel corso del tempo.
Lo strumento di screening messo a punto è risultato composto da:
- 5 domande dell’Abuse Assessment Screen[3] (nella versione italiana utilizzata nei consultori di Modena) riguardanti l’aver subito, nell’ultimo anno e in gravidanza, violenza fisica, psicologica o sessuale da parte del partner o di altri familiari;
- altre 3 domande riguardanti:
- l’aver subito abusi sessuali in età pregressa
- la condivisione con il partner della scelta di intraprendere la gravidanza
- gli eventuali accessi al Pronto Soccorso nell’ultimo anno
Al questionario è stata allegata una scheda con l’elenco degli indicatori di sospetto correlati alla violenza domestica perinatale, rilevabili nella raccolta di dati anagrafici e anamnestici e nell’osservazione diretta durante il colloquio di screening.
Sono state, inoltre, definite dettagliatamente le procedure per applicare lo screening, nonché uno schema articolato con le diverse azioni da mettere in atto, a seconda degli esiti.
Contemporaneamente sono state definite altre due attività di sperimentazione di metodologie che favoriscono la rilevazione della violenza perinatale:
- un’attività di screening attraverso un questionario autocompilato dalle donne e restituito compilato in forma anonima;
- uno studio per analizzare quanto gli interventi di sostegno di home visiting[4] realizzati dall’associazione Il Melograno con la peculiare metodologia elaborata e validata da più di 20 anni, possano essere considerato uno strumento facilitante l’emersione della violenza domestica perinatale.
La prima attività di screening è stata realizzata nei due ospedali partner e in quattro consultori, da giugno 2019 a luglio 2020, mentre la seconda è stata realizzata presso il reparto di ostetricia dell’ospedale San Giovanni e presso Il Melograno, da ottobre 2019 a febbraio 2020.
A tutte le donne coinvolte nelle diverse attività volte a favorire la rivelazione della violenza sono stati distribuiti materiali informativi elaborati con il duplice scopo sia di suscitare attenzione sulla violenza perinatale e sui danni che produce, sia di informare con precisi riferimenti sui servizi a cui rivolgersi per ricevere un aiuto.
Alle donne risultate vittime di violenza perinatale nelle diverse attività di rilevazione approntate, sono stati offerti specifici percorsi di sostegno sia per l’uscita dal circuito della violenza, sia per il supporto alla maternità, nella convinzione che siano fondamentali entrambe le dimensioni. Nel supportare una donna vittima di violenza perinatale, infatti, non si può dimenticare che è anche una donna che sta diventando madre e ha bisogno di una serie di aiuti che supportino lo sviluppo delle sue competenze e favoriscano lo strutturarsi di un legame di attaccamento sicuro con il figlio.
Nel corso del progetto sono stati pertanto offerti alle donne vittime:
- interventi di home visiting con la specifica metodologia messa a punto e validata dal Melograno, particolarmente efficace nell’accrescere l’autostima, l’empowerment, la sensibilità e la capacità delle madri di entrare in rapporto sintonico con il figlio, risorse fondamentali nel percorso di uscita dalla violenza e importanti fattori protettivi rispetto alla prevenzione di trascuratezza e maltrattamento infantile;
- Interventi dedicati al Baby massage, in cui sono state proposte alle mamme modalità di contatto piacevole e comunicazione profonda con il bambino, utili a trasmettere sicurezza, tranquillità, affetto e benessere, particolarmente significative e ‘riparative’ per le donne che hanno subito violenza fisica o abusi sessuali pregressi.
- Interventi individuali o in gruppo di sostegno all’allattamento anch’essi rivolti in misura preponderante alle donne vittime di violenza fisica o di abusi sessuali pregressi, ma anche alle donne vittime di violenza psicologica e quindi con bassa autostima e insicurezza nel ruolo di madre; l’allattamento al seno, infatti, oltre agli innumerevoli benefici che apporta alla salute di mamma e bambino, rafforza nella donna una positiva immagine di sé come madre e facilita il mantenimento di un buon contatto pelle-a-pelle con il bambino e una relazione di attaccamento sicuro, rappresentando anche un fattore di protezione contro il maltrattamento e la trascuratezza.
- Gruppi di supporto tra donne in gravidanza o nel puerperio per promuovere e facilitare la condivisione di esperienze e storie di vita, in un clima emotivo rassicurante e accogliente, al riparo dall’ansia di essere giudicate; il contesto protettivo del gruppo e la presenza di una conduttrice esperta permette alle donne vittime di violenza la condivisione degli inevitabili sentimenti di ambivalenza nei confronti del bambino, la tolleranza dei sensi di colpa connessi e la loro elaborazione; nello stesso tempo permette di ricevere appoggio nel mobilitare le proprie risorse nella relazione unica e particolare con il proprio bambino e sentirsi gradualmente una madre più adeguata.
Per approfondire scarica il Report
[1] WHO (2013), Responding to intimate partner violence and sexual violence against women: WHO Clinical and policy guidelines. (WHO 2013)
[2] UNFPA-WAVE, (“Strengthening Health System Responses to Gender-based Violence in Eastern Europe and Central Asia” (2014), p. 67
[3] Basile KC, Hertz MF, Back SE. Intimate Partner Violence and Sexual Violence Victimization Assessment Instruments for Use in Healthcare Settings:Version 1. Atlanta (GA): Centers for Disease Control and Prevention, National Center for Injury Prevention and Control; 2007.
[4] “L’home visiting è uno strumento operativo per accompagnare e sostenere la genitorialità fragile attraverso la costruzione di una relazione di aiuto. I contenuti e i metodi dell’HV secondo i criteri presentati dall’OMS (2006) prevedono un’azione sistematica centrata sul sostegno precoce al/ai genitore/i e al loro disagio, soprattutto quello connesso agli intrecci traumatici generati dall’esperienza parentale con le esperienze sfavorevoli subite nella loro infanzia. Si tratta di organizzare visite domiciliari – costruendo un’alleanza con i genitori – nei primi mesi di vita del bambino da parte di personale che inizialmente può anche essere sanitario, possibilmente la stessa assistente sanitaria conosciuta in ospedale, per poi essere sostituita da un operatore professionale preparato specificamente per questo servizio. Le ricerche evidenziano come i programmi di HV riducono i rischi di maltrattamento e promuovono le risorse genitoriali.” in CISMAI (2017) Linee Guida per gli interventi di home visiting nella prevenzione del maltrattamento all’infanzia https://cismai.it/download/linee-guida-home-visiting/